Eppure sembravano una così bella coppia...

Li conosci in un'occasione di ritrovo, magari ad una cena, o più semplicemente durante una passeggiata. Sono "amici degli amici" e li vedi e pensi: "Accidenti che bella coppia!".

Lui, gran lavoratore, ma ottimo stipendio. Lei arrotonda con un lavoro part-time.
Ma diciamo che godono di una certa tranquillità economica, altrimenti non avrebbero deciso di acquistare una villa con giardino poco fuori città.
Sono simpatici e, soprattutto, non se la tirano. Sono due brave persone che hanno faticato e che hanno ottenuto dalla vita quello che si meritavano, magari con l'aiuto di un pizzico di fortuna, che non guasta mai.

Chi di voi non ha mai conosciuto la classica "bella coppia"?
Due persone che ti comunicano già da lontano il feeling e l'affiatamento che hanno, che sanno mostrarsi vicini, ma senza esagerare, che in pubblico sanno scambiarsi qualche parola gentile ma senza mai arrivare al pucci-pucci-mao-mao che non sempre è ben gradito.

E' quasi automatico provare una piccola invidia, ti auguri che capiti anche a te una storia del genere.
Inizi a credere davvero al mito del Simposio di Platone, quella metà che cerchiamo da quando Zeus ci separò, quando hai davanti agli occhi qualcuno che l'ha trovata.

Poi senti al telegiornale che quella coppia è stata ritrovata senza vita in casa: lui uccide lei, e poi si toglie la vita. A scoprirli un parente o una persona a loro vicina.

Tentate per un momento di immedesimarvi in quella sfortunata persona: l'orrore e l'incredulità, di fronte una scena che mai ti saresti aspettato. Qualcosa che il tuo cervello rifiuta di credere, non lasciandoti neanche il tempo di starci male.
Ma passano appena pochi secondi per realizzare che qualcosa che pensavi fosse indistruttibile ti è appena caduto in mille pezzi e non c'è modo di ripararlo.

Lo sgomento si diffonde anche nel resto del vicinato, nel quartiere, in tutta la città.
"Non riesco proprio a capire, erano una così bella coppia...."
Sarebbe questo il commento di ognuna delle persone che li conoscevano, come potrebbe essere il tuo, che li hai conosciuti, seppure superficialmente, ma che non ti hanno dato modo alcuno di pensare che potesse accadere una cosa simile.
Vieni a sapere che si, qualche problema c'era, ma quali sono le coppie che non litigano mai? Che non hanno mai un problema? Quante volte un tubetto di dentifricio lasciato aperto o una tazza sporca di caffelatte non risciacquato assumono gravità maggiori di una lettera di Equitalia?
Scopri che i problemi andavano al di là dei litigi quotidiani: c'era una crisi grave, un amore ormai finito, l'ombra di un tradimento.

Si scioglie come neve al sole il tuo concetto di "anima gemella", ma sotto di esso spunta una nuova convinzione: che non esistono coppie perfette.

Tutti abbiamo bisogno di credere in qualcosa. In una religione, nell'oroscopo, negli alieni.
Per qualche curioso scherzo di Madre Natura, siamo intrinsecamente convinti che esista un qualcosa che regoli la nostra esistenza.
Leggiamo l'oroscopo perché siamo in qualche modo convinti di poter controllare il nostro futuro, e quindi il nostro destino. E ne siamo talmente tanto convinti, che se qualcosa va diversamente rimaniamo interdetti, quasi sorpresi che le cose possano semplicemente capitare per caso.

In realtà, proprio rimanendo in tema di astri, ho maturato la convinzione che siamo ben piccola cosa a confronto delle Stelle proprio durante la congiunzione tra Marte e Giove, momento in cui i due distantissimi pianeti si sono trovati "vicini" per un effetto prospettico.
Approfittando dell'evento, ho rispolverato il mio modesto telescopio e sono riuscito ad osservare proprio il lontanissimo pianetone, riconoscendone le tipiche "striature" e i satelliti.
Un pianeta che porta il nome di una divinità (guardacaso Zeus, quasi in tema con l'argomento) ma che è semplicemente un corpo celeste che si fa gli affari suoi, compiendo i suoi movimenti orbitali imposti dalle leggi della fisica, incurante del proprio influsso sulle nostre vite.

E quindi? La scoperta che non facciamo parte di un piano ordinatamente architettato può in qualche modo renderci più tristi? Sapere che la metà che cerchi in realtà non esiste rende le nostre vite povere e prive di senso?

Al contrario: liberarsi di queste predestinazioni ci rende molto più liberi di vivere con tranquillità, di essere al pieno controllo delle nostre azioni, e di vivere l'amore non come una ricerca ossessiva verso l'altra metà che hai perso e che devi ritrovare.
Innamorarsi vuol dire essere "catturati" da una persona che ci ha incuriositi, e l'intenzione di costruire una vita al suo fianco deve nascere semplicemente dal desiderio di starle vicino. Non vuol dire riprendere qualcosa che si è perso nella notte dei tempi, ma guadagnare qualcosa in una vita che era già completa.

Un litigio, una diversità di vedute, una momentanea "incompatibilità", non sarà necessariamente sintomo di un'amore finito. Ma non per questo i sentimenti rimangono sempre tali e non è tirando in ballo "il destino che ci ha uniti (o il delfino, vedete voi)" che possiamo essere sicuri di un investimento a lunga scadenza.

Mi rendo conto che lo spunto iniziale per questa riflessione è decisamente forte.
Ma era il mio modo per dire che le cose non sono mai come sembrano, anzi, a volte sono proprio le facciate più belle a nascondere le crepe più profonde.
Dal canto nostro, possiamo solo assumere un atteggiamento più distaccato e non cedere in facili ed inutili invidie. Godiamoci la nostra piccola vita per quello che è, fatta di piccoli desideri e di piccoli ostacoli.

Avremo piccole gioie... ma saranno pur sempre gioie.


Pescegatto

Un giorno come un altro.
Cazzeggi su una chat su internet, leggendo distrattamente i messaggi nella "stanza" e ti annoiano tutti. Così decidi di scorrere la lista dei membri che la popolano e di contattarne qualcuno con un messaggio privato.
Così, "tanto per".
E "tanto per" la persona dall'altra parte decide di risponderti e iniziate chattare, parlando di quanto è noiosa questa chat. Dopo esservi sincerati a vicenda di pensarla alla stessa maniera, decidi di chiedere qualcosa di più personale. L'altra persona fa altrettanto.

Trovi questa conversazione particolarmente piacevole, e quando ti chiede un contatto un po' più "consistente" dai l'indirizzo di Facebook. Bastano pochi secondi per veder arrivare una richiesta di amicizia dal tuo interlocutore, e così "vi spostate" in luogo più adatto alla chiacchiera privata.
Un po' quello che succederebbe nella vita di tutti i giorni, quando incontri una persona in un pub o in una discoteca, senti che ci può essere qualcosa di interessante da dirsi e decidi di farlo in un luogo più appartato, al riparo dalla confusione.

Passano i giorni, che diventano settimane. Quindi mesi.
Dal primo giorno che hai conosciuto questa persona senti che sta diventando importante, che vorresti condividere più cose. Non ti bastano più le quattro fotografie che ti ha inviato, così chiedi di poter videochattare su Skype.
"Non ho Skype, e poi la mia linea internet va di merda." ti dice, e tu non hai motivo per pensare che possa mentire. Del resto sai bene che non tutti hanno una linea sufficientemente stabile e veloce.

Però d'un tratto ti si insinua il dubbio: e se la persona che hai di fronte non fosse quella che dice di essere? E se in tutto questo tempo avessi parlato con qualcuno dall'aspetto completamente diverso? Persino di un sesso differente?
Chiedi così di potervi sentire almeno al telefono, "perchè ho voglia di sapere com'è la tua voce" dici quasi per giustificarti.
"Adesso non posso" ti dice. Ma non ti dice neanche quando potresti.
"Ora devo andare" e ti saluta frettolosamente in chat.

Da questo punto in poi, la nostra storia potrebbe continuare con una richiesta di aiuto. Una richiesta rivolta a degli investigatori un po' fuori dal comune, che in questi anni stanno conducendo un programma su Mtv a mio avviso tra i più interessanti ed efficaci nel momento.

Si chiama Catfish.
In gergo, si tratta di una persona che assume un'identità alternativa nei social network. Parola che ha anche dato nome al programma televisivo, come credo abbiate già capito.

Nev e Max ascoltano storie non molto diverse da quelle che vi ho appena descritto, in cui una persona intraprende una relazione (o più semplicemente un'amicizia speciale) con qualcuno che teme non sia chi dice di essere.

Catfish è fenomenale dal punto di vista del coinvolgimento: un tema molto attuale e che potrebbe potenzialmente capitare a chiunque abbia un contatto di qualsiasi tipo su un social network. Una trasmissione capace di mettere a nudo tutte le debolezze di un'intera generazione di ragazzi.

Nel guardare le puntate della serie, si sono visti casi più strani e disparati (nonchè disperati): dalla ragazza che si finge modella magrissima ma che in realtà pesa 3 volte tanto, all'illuminato che pretende di "smascherare" gli uomini traditori impersonando belle gnocche, a ragazze che si fingono ragazzi per adescare potenziali concorrenti di una fiamma comune. O ancora chi si finge un altro per "finire in TV".
Ma i migliori sono gli omosessuali che si fingono etero del sesso opposto per incontrare, appunto chi desidera davvero. Vorrei chiedere loro solo una cosa: "ma non ti sei mai chiesto come potesse andare a finire questa storia?"

Di fronte ad una puntata qualsiasi di Catfish chiunque penserebbe "ma come ti viene in mente di comportarti in questo modo, di NON DIRE questo, NON DIRE quello..." è un classico, è una reazione talmente frequente che sembra studiata a tavolino dagli autori.
"No, ma... il mio aspetto, il mio lavoro, la mia vita... solo quelle erano bugie. I miei sentimenti in realtà ERANO VERI!" commovente, davvero. Come se ammettere, presi con le spalle al muro, di aver detto alcune bugie rivela automaticamente che altre informazioni erano vere.

Ma la scoperta del falso non è la conclusione della vicenda. E' l'inizio.

La menzogna è un punto di partenza per scavare verso i motivi che l'hanno scatenata, e vengono fuori struggenti e drammatiche insicurezze. Storie di ragazzi obesi che odiano il proprio corpo, omosessuali cresciuti con la vergogna di essere "sbagliati" per le proprie famiglie.
Storie di chi, per combattere la propria insicurezza, ha finito per costruircisi una muraglia per separarsi ancora di più dal mondo esterno, così doloroso e spietato.

Purtroppo la morale di tutto è che la paura di essere accettati provoca non solo danni a noi stessi, ma anche alle persone che abbiamo intorno, e l'unica conclusione a questa storia è sempre qualcosa di amaro.

Il protagonista (o la protagonista) della nostra storia potrebbe semplicemente essere caduto vittima dello scherzo un po' pesante di un burlone, oppure aver incontrato una persona che non accetta il proprio aspetto.
La conclusione di questa storia potreste averlo scritto voi stessi qualche tempo fa o state per farlo.

E voi che finale avete vissuto?