L'importanza di un Buongiorno

Lavorare oggi è diventata una vera impresa.
Lasciamo perdere questo involontario gioco di parole che starebbe meglio su Twitter che su un blog, ma riflettete per qualche secondo su quanto è difficile trovare lavoro di questi tempi.
Ok, tempo scaduto.

E' ormai retorica spicciola parlare quindi di quanto sia faticoso anche restare nel mondo del lavoro, reinventarsi per mandare avanti la propria attività, cercando di offrire servizi diversi e migliori.

Eppure, in tutto questo andare avanti per combattere la crisi, ho l'impressione che l'unico vero “mancato upgrade” sembra una cosa apparentemente semplice e a costo zero: la cortesia. Mi è capitato piuttosto spesso a dire la verità, ma ultimamente ho cominciato a farci molto più caso.

Non mi riferisco ad alcuni commessi di grandi catene, dipendenti che portano a casa lo stipendio senza batter ciglio e che vedono nel cliente un ennesimo scocciatore.
“Ecco che attacca il pippone sulla maleducazione dei commessi” direte voi... ma è davvero così scontato accettare questa cosa come abitudine? Se ogni giorno mi fottono 10 euro e diventa un abitudine, questo mi autorizza a non incazzarmi più?

Parlando di chi gestisce in proprio un'attività, questi accoglie il cliente a casa propria. Il cliente è quindi un visitatore, spesso uno del luogo o altre volte un forestiero, che sta varcando la soglia di questo posto attirato dall'insegna della locanda del negozio. Un posto frequentato da altri e che, in cambio della buona condotta da ospite, riceve un trattamento adeguato, ovvero di reciproca cordialità, rispetto e perchè no, affetto. In un sogno ad occhi aperti, il lieto evento dell'arrivo del cliente dovrebbe essere più o meno così:

Cliente: (che entra dalla porta): Buongiorno, è permesso?
Negoziante: (che sta dietro al bancone a sistemare cose): Oh, buongiorno caro Cliente, prego prego... serve aiuto? Ha bisogno di qualcosa?
C: (risposta 1): Grazie mille caro Negoziante, volevo solo dare un'occhiata alla sua mercanzia, se ho bisogno la chiamerò.
C: (risposta 2): Si, guardi ho bisogno di uno dei vostri oggetti. Potrebbe per favore mostrarmene alcuni? Ho questa cifra come tetto massimo di spesa e non vorrei discostarmi di troppo.
N: (riguardo la risposta 2): Ma certo, venga con me e le mostro questi prodotti, gliene mostro un paio della cifra che mi ha richiesto ma ricordandole quali sono i pregi e difetti e soprattutto le consiglio qualcosa di adatto alle sue esigenze.
(finisce la trattativa)
C: Bene, allora prendo questo, ecco i soldi che mi ha chiesto. Se ho problemi posso tornare?
N: Ma certo, per qualunque cosa si rivolga pure a noi, non ci sono problemi.
C: Molto bene, la ringrazio molto dalla sua cortesia e professionalità. Tornerò senz'altro per altri acquisti.
N: Grazie mille a lei. ARRIVEDERCI A PRESTO!

Che bello vero?
Non penso di essere troppo cattivo se vi faccio notare che “arrivederci e grazie” lo troviamo scritto sullo scontrino, quasi come dovesse bastarci quello.

Per quanto possa capire che stare dietro un bancone non sia facile, tra lo star dietro a clienti particolarmente esigenti e stress legato al fare i salti mortali per arrivare a fine mese o semplicemente essersi alzati dal letto col piede sbagliato, quello che solamente chiedo è un sorriso, cavoli.

Mi ripeto, io sono un tuo visitatore, ti vengo a trovare perchè tu hai deciso di aprire la porta di casa tua perchè decidi di offrirmi dei servizi o degli oggetti in cambio del mio denaro. Non è detto che io entri solamente perchè devo fare a tutti i costi un affare, magari ho anche piacere nel salutarti ed augurarti buona giornata e buon lavoro. E comprando da te ti sto certamente dando una mano. Ed invece troppe volte in certi posti mi guardano come se non fossi gradito.

Quasi che il mio andare in un negozio sia “ecco, un altro stronzo che non ha un cazzo da fare e viene a rompere i coglioni”.
E tu, mio caro negoziante, non sai chi è quello stronzo che entra.
Non sai per quale motivo quel giorno è a spasso.
Non sai se ha perso il lavoro e sta facendo un giro perchè dopo troppo tempo dentro casa uno rischia di impazzire.

Per questo a volte chiedo un semplice buongiorno, solamente il saluto più semplice e allo stesso tempo più bello che esiste: stai augurando ad un'altra persona una buona giornata.
Non un ora, non mezza giornata... una giornata intera. Gratis.

Ed in cambio, per quel buongiorno sorridente io potrei anche essere più incentivato a darti un po' dei miei pochi soldi, perchè tu mi hai reso felice gratis.